Storia della dimora


La venerazione popolare che da sempre ha circondato il ricordo di NOSTRADAMUS ci ha conservato, tramite la tradizione orale, la casa familiare dal lato paterno da cui partì la straordinaria epopea dei « Nostredame ».

Questa famiglia spagnola di confessione ebraica (tribù di Yissaskar), cercando la protezione della Chiesa Cristiana d’Occitania e dei vescovi di Aleth, attraversò i Pirenei. Si stabilì durevolmente nel cuore del vallone scelto, il « Vicus Electensis », nelle vicinanze dell’antica Abbazia benedettina di Nostra Signora di Aleth o Santa Maria di Aleth, nella città secolare circondata da mura.

La casa originaria, con muri di terra e architettura in legno scolpito, si elevava nel XIII secolo con segni identitari che permettevano di qualificare gli abitanti ebrei imparentati con i Signori di Carcassonne Trencavel. Rimaneggiata nel XV secolo, la dimora fu ampliata con travi di reimpiego per valorizzare la parte mercantile con la bottega al pianterreno che dava sulla piazza del Pozzo (oggi piazza della Repubblica).

Danneggiata durante le Guerre di Religione, dopo la morte di Michel de Nostredame, la casa fu restaurata sotto il regno di Enrico IV e poi di Luigi XIV.

La casa stessa è dunque una vera autentica dimora medievale e rinascimentale di mercanti d’Occitania. Costruita in arenaria ocra di Aleth, e a graticcio cioè con travi di legno e torchis, presenta notevoli sporti con massicce travi di quercia lavorate con disegni strani e simbolici. Coperta da un tetto a una falda, la sua facciata principale è aperta al primo e al secondo piano da una finestra a piccoli riquadri, e al pianterreno da un’ampia apertura destinata alla bottega secolare.

Mantenuta con cura per secoli dai suoi diversi proprietari, è stata restaurata nel 2020 per ritrovare il suo splendore e il suo comfort.