Nostradamus

« Diamo ciò che è nostro, trasmettiamo il nostro sapere »


Michel de NOTREDAME, detto NOSTRADAMUS, nato il 14 dicembre 1503 a Saint-Rémy de Provence, da una famiglia di ebrei convertiti al cristianesimo, originaria paterna della città di ALET-LES-BAINS.

Compie gli studi ad AVIGNONE, dove le sue conoscenze sono subito notate.

Le epidemie di peste che interrompono le lezioni gli permettono di approfondire lo studio delle piante e della “farmacia”. Inizia così un viaggio iniziatico alla ricerca di “SIMPLES”, ricette semplici a base di piante, che lo riporterà più volte alla magnifica abbazia di NOTREDAME d’ALET e alla sua famiglia alétoise dal 1521 al 1528.

Nel 1529 studia medicina a MONTPELLIER, dove incontra personaggi celebri attratti dalla fama di questa università, come RABELAIS.

Si sceglie il soprannome di NOSTRADAMUS, che significa: dare ciò che è nostro, trasmettere il nostro sapere.

Qui apprende l’astrologia, a causa della presunta influenza dei pianeti sull’evoluzione delle malattie, e più tardi, pubblicando una serie di almanacchi, si cimenta in alcune “pronostiche” come molti suoi confratelli.

Sotto il nome di “Centurie”, le sue opere rimarranno celebri per il loro aspetto misterioso, che permette molteplici interpretazioni.

Sposato per la prima volta ad AGEN nel 1531, perde la moglie Henriette DANCOS e i due figli a causa di un’epidemia, mentre, convocato dal Tribunale dell’Inquisizione per aver frequentato Filibert SARRAZIN, “un miscredente che odorava di fascio”, preferì assentarsi per un periodo.

Nel 1533 consegue il dottorato in medicina a MONTPELLIER e lascia ad AGEN il medico umanista Jules-César SCALIGER, con cui entra in conflitto.

Avendo messo a punto un medicinale efficace contro la peste, viene segnalato ovunque l’epidemia imperversa: LYON, MARSEILLE, AIX en PROVENCE, NARBONNE, CARCASSONNE, TOULOUSE, BORDEAUX

Nel 1547 sposa Anne PONSARD, giovane vedova di Salon, e si stabilisce a SALON nella casa che porta oggi il suo nome.

In dieci anni ha sei figli, il primogenito César diventerà Console di Salon (= sindaco), storico, poeta e pittore.

Dal 1552 pubblica un originale “Trattato sui cosmetici e le confetture”. In quell’epoca solo gli speziali vendevano le confetture a scopo medicinale.

Esprime la sua ammirazione per ERASMO, che seppe prendersi il tempo per scrivere e trasmettere il suo sapere.

Nel 1555 appare la prima serie di quartine, e Caterina de’ MEDICI lo invita a corte a PARIGI per predire il futuro dei figli reali.

Nel 1557 l’edizione delle Centurie è completata da una seconda serie di quartine. E, per la medicina, viene pubblicata una traduzione della “Parafrasi di Galeno”.

Nel 1559, il re ENRICO II muore come sembra descrivere esattamente il quartino I-35, pubblicato quattro anni prima.

Nello stesso anno appare il “rimedio molto utile contro la peste”.

Il 17 ottobre 1564, Caterina de’ MEDICI viene con la sua corte a consultare NOSTRADAMUS a Salon. È in questa occasione che il Mago predice il regno del giovane Enrico di Navarra, nipote della Regina e futuro ENRICO IV.

Torturato dalla gotta evoluta in idropisia, il 2 luglio 1566 viene trovato morto vicino alla panca e al letto, come aveva previsto.

Le sue ossa, sepolte in piedi inizialmente nel Convento dei Cordeliers, come desiderava, poi disperse dai soldati della Rivoluzione, si trovano attualmente nella Collegiata di Saint-LAURENT (Cappella della Vergine) a Salon.

La sua opera è arricchita da un manoscritto scoperto nel XX secolo, intitolato “Gli ieroglifici di HORAPOLLO” (interpretazione degli ieroglifici egiziani), dedicato alla principessa di Navarra.

Quest’uomo è, prima di tutto, uno studioso, un erudito.

È il crogiolo in cui si sublimano tutte le tendenze venute dall’Antichità per esplodere nel favoloso XVI secolo.

Con le sue Centurie, la sua opera, la cui poesia attinge alla fonte di PETRARCA, si inscrive in una letteratura escatologico-astrologica (= previsione della fine dei tempi attraverso l’astrologia), permettendogli di definirsi Profeta in un’epoca in cui gli astrologi si rifugiano dietro la scienza, di fronte a una Chiesa in crisi.

Il messaggio che passa attraverso la sua opera è un vero tesoro intellettuale.